Per emorroidi si intendono delle vene dilatate e tortuose, situate nelle pareti inferiori dell’anno e del retto, ed il loro nome deriva delle due parole greche hâima e rhéō che significano, rispettivamente, “sangue” e “scorrere”. Anche le persone in salute le hanno, ma generalmente esse indicano un vero e proprio problema. Ma quali sono le sue cause? Come riconoscerle? Come si trattano?
I sintomi
Quando le emorroidi raggiungono uno stato patologico sono quattro i suoi stadi di gravità: il primo grado vede le emorroidi unicamente all’interno e l’unico sintomo che danno è il sanguinamento, seguito da eventuali fastidi, il secondo grado, quando le emorroidi hanno un prolasso all’esterno, che si verifica dopo sforzi intensi, il terzo grado, che provoca una leggera incontinenza, ed il quarto grado in cui il dolore diventa intenso e l’unico rimedio è un intervento chirurgico.
In sostanza, i sintomi delle emorroidi possono includere: dolori e sensazioni di bruciore, la cui intensità varia a seconda dello stadio in cui il problema si trova, il sanguinamento già citato, la secrezione del muco, il prurito anale, un senso di pesantezza al livello del retto ed il prolasso, ovvero un cedimento parziale o totale dei sistemi di sostegno e sospensione degli organi pelvici.
Le cause
Possono essere diverse le cause e i fattori di rischio delle emorroidi, e secondo dei dati il 40 % degli italiani ne è affetto, con uguale frequenza per entrambi i sessi. Tra queste cause, si possono includere:
- una predisposizione genetica, e ciò possono riguarda le caratteristiche fisiche di un gruppo di individuo della stessa famiglia;
- la costipazione, che si verifica quando sono presenti dei problemi intestinali, e ciò può portare a defecare in maniera irregolare;
- una pressione intra-addominale in aumento, associata ad una disfunzione dell’organo;
- degli sforzi eccessivi, che possono essere dovuti a un lavoro o a qualunque attività stancante;
- una dieta scorretta, soprattutto se povera o addirittura priva di fibre;
- lo stress, che rilascia ormoni come il cortisolo, capaci di provocare una maggiore resistenza fisica che a lungo andare può risultare debilitante per il fisico.
Per diagnosticare questo problema, ed individuarne successivamente la causa, è necessario rivolgersi al medico, che può effettuare un’anoscopia, che consiste nel visualizzare il retto tramite una sonda rigida e corta, in modo da valutare se ci sono emorragie. In alcuni casi, è possibile optare per l’endoscopia, nota anche come sigmoidoscopia o colonscopia, che consiste nell’usare sempre una sonda, ma più flessibile per andare più a fondo.
Come prevenirle e curarle
Esistono diversi modi per prevenire le emorroidi, e la cosa più semplice è adottare uno stile di vita sano, che includa attività fisica, una dieta sana, una giusta assunzione di acqua al giorno (almeno un litro e mezzo) e liberarsi da cattivi abitudini, come il fumare o bere l’alcool. Per quanto riguarda l’alimentazione, si consiglia soprattutto di assumere cibi ricchi di fibre, e che hanno proprietà benefiche, e tra questi si possono includere legumi, verdure, frutti come ciliegie, lamponi e mirtilli, o alimenti ricchi di zinco, come semi di girasole, germe di grano, fegato, agnello o cioccolato fondente amaro.
Se si è già affetti dal problema, è il medico a dover decidere il trattamento, che varia a seconda delle cause e dello stadio delle emorroidi. Tra questi, vi è la terapia farmacologica, che comprende l’uso di anestetici locali e corticosteroidi, dall’effetto antinfiammatorio, e spesso tali medicinali sono di tipo topico e locale, come creme o pomate.
All’ultimo stadio (e forse anche prima), non è escluso che si possa ricorrere ad un trattamento chirurgico, di cui esistono tre tipologie per le emorroidi, ovvero:
- l’emorroidectomia tradizionale aperta di Milligan e Morgan, che consiste nell’asportare chirurgicamente le emorroidi, rimuovendo il tessuto responsabile di prolassi ed emorragie. Nel 96 %, i pazienti risolvono del tutto questo problema sottoponendosi a questa operazione;
- il metodo Longo, nel quale è necessario riposizionare le emorroidi prolassate, ed in questo caso il recupero per il paziente è più rapido, ed avviene in circa dieci o quindici giorni, a differenza delle quattro o sei settimane del precedente intervento, e ciò allevia i dolori;
- il metodo THD, che prevede di suturare dei rami terminali dell’arteria rettale superiore, che porta il sangue alle emorroidi, e con la sutura può riposizionarsi in maniera naturale, ed in questo caso il recupero del paziente è anche più rapido, ed avviene nel giro di una settimana o dieci giorni.
Se le emorroidi sono interne ed emorragiche, il medico può iniettare delle sostanze che provocano la formazione di un tessuto cicatriziale, con una procedura che viene definita scleroterapia iniettiva. Tale terapia può richiedere un certo numero di sedute, della durata di mezz’ora ciascuna e l’intervallo di venti giorni tra l’una e l’altra.
Tisane e rimedi erboristici
Negli stadi iniziali del problema, sempre consultando il proprio medico, è possibile optare per dei rimedi naturali. Uno di questi è assumere un cucchiaio di olio d’oliva al mattino.
E’ possibile preparare una propria pomata all’ortica, sciogliendo a bagnomaria 250 grammi di cera d’api sbiancata in un recipiente, versando poi nel liquido ottenuto trenta grammi di ortica essiccata, cuocendo il tutto a fuoco basso per due ore. Si filtra poi in un altro recipiente coperto da un telo, spremendo da esso i residui ancora caldi (meglio se si usano i guanti per evitare ustioni), e si divide il preparato in vasetti di vetro scuro sterilizzato, e poi si potrà frizionare la pomata nelle parti interessate. Questa pomata è ottima anche contro le punture di insetti e le bruciature.
Ci sono, poi dei decotti ed infusi da poter applicare con compresse o da usare come lavande sulle le parti interessate. Tra questi si possono includere:
- un decotto di malva, che si ottiene bollendo cinquanta grammi di foglie e fiori di questa pianta, per un minuto in un litro di acqua, da lasciare poi riposare per un quarto d’ora prima di filtrarla. Questo decotto si può sia bere (tre tazze al giorno) che applicare usando delle compresse sulle parti dolenti;
- un infuso di sambuco, che si ottiene lasciando in infusione in un litro di acqua calda cinque grammi di questi fiori, con i quali si potranno eseguire dei lavaggi nelle zone interessate, oppure sempre delle applicazioni con delle compresse. E’ utile anche contro le varici.